La MADONNA del PO
FESTA DELL'ASSUNTA 2024
LA FESTA DELL'ASSUNTA CON LA MADONNA DI BRANCERE
Correva l’anno 1978. L’allora parroco di Brancere don Aldo Grechi insieme al pescatore Paolino Foglia (che con altri amici pescatori avevano costruito il loro “baracchino” sull'argine del fiume in località Isola Provaglio) lanciò l’idea di una Festa per i pescatori del Po, pensando, in un primo tempo, alla ricorrenza di S. Pietro, patrono dei pescatori. L’idea piacque molto ma, per evitare la concomitanza con la già tradizionale “Festa di S. Pietro” di Cremona, si scelse la data del Ferragosto, festa di Maria Assunta, e alla Madonna si decise di affidare la protezione di chi sul grande fiume padano lavorava e di chi sulle sue sponde risiedeva. Si pensò allora a una peregrinazione sul fiume della statua venerata nella chiesa di Brancere (dedicata alla Madonna del Carmine) e se ne celebrò la prima edizione lo stesso Ferragosto del 1978.
Ma il pensiero corse anche a chi in quel grande fiume aveva perso la vita, vuoi a causa delle alluvioni o a causa degli insidiosi mulinelli che minacciavano pescatori e bagnanti.
E venne quindi spontaneo unire alla preghiera che invocava da Maria protezione e soccorso, l’omaggio alle vittime del fiume con due corone di fiori, una delle quali dedicata alla memoria della chiesa, con annesso cimitero (come si usava prima delle leggi napoleoniche), che aveva preceduto l’attuale e che il fiume nelle sue bizzose alternanze di letto aveva inghiottito in una delle sue piene, nella seconda metà del 1700.
La partenza dalla Cattedrale di Cremona, dedicata a Maria Assunta in cielo, sottolinea il legame con la Chiesa Madre, nella fede e nell'invocazione alla Madre Maria, la cui immagine, là venerata come “Madonna del Popolo”, venne portata in processione fino alle acque del Po che, in una delle sue più disastrose alluvioni, nel 1705, erano giunte minacciose fino a via Platina, dietro il Duomo.
Anche noi, qui riuniti oggi sulla riva del grande fiume, vogliamo, con questa preghiera mariana, invocare benedizione e protezione perché le sue acque ci portino vita e prosperità e, nello stesso tempo, rendere memoria ai defunti che ne hanno invece subito la forza distruttiva e il castigo.
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Negli anni il successo andò consolidandosi, coinvolgendo sempre più persone e parrocchie (soprattutto in città).
A partire dall'agosto 2001 un ulteriore significato ha arricchito la Festa: nel mese di maggio di quell'anno le Associazioni di Volontariato della Protezione Civile, che avevano prestato la loro preziosa opera ai paesi rivieraschi colpiti dalla imponente e devastante alluvione dell’ottobre 2000, furono insignite del riconoscimento “Il Cremonese dell’Anno”. Non potendo suddividere la Targa tra tutte le Associazioni di Protezione Civile premiate, si ritenne che non potessero esserci mani più idonee a cui affidarla che quelle della Madonna e da qui la “Madonna di Brancere”, “Patrona e Regina del Po”, venne conclamata “Patrona delle Associazioni di Volontariato della Protezione Civile”, che il 15 di agosto si ritrovano sulla riva del fiume per la Messa al campo, rendendo omaggio alla loro Patrona che “con affetto di madre tiene d’occhio i suoi ragazzi, i suoi angeli del Po”.
Nel 2003 viene varato e benedetto dall'allora vescovo di Fidenza, mons. Maurizio Galli, il motoscafo del Gruppo di Protezione Civile “La Golena” di S.Daniele Po e da allora è proprio su questo motoscafo che viene ospitata la statua della Madonna, dalla sua uscita dalla “Canottieri Flora” fino all'attracco dell’Isola Provaglio a Brancere.
Il lancio di corone di fiori nelle acque del Po in prossimità dell’attracco di Brancere vuole ricordare l’antico borgo di Brancere, con la sua chiesa e il suo cimitero, travolti e sommersi dal Po (si fa riferimento a una piena del 1756 pur non essendo così certo e documentato il dato storico) ma anche tutti coloro che hanno perso la vita nel fiume o a causa delle sue inondazioni.
La benedizione delle acque provvidenziali ma anche minacciose del Po, diventa preghiera per scongiurare le calamità delle alluvioni, sempre in agguato nella nostra pianura, affidandone l’intercessione alle mani materne e premurose di Maria.
LEGGENDE E VERITA'
PER DISTINGUERE TRA FOLCLORE E FEDE
Data per assodata (perchè ripetuta ogni anno), si tramanda come "storia" quella che in realtà è una "pia leggenda", secondo la quale la statua lignea della Madonna conservata nella chiesa di Brancere sarebbe miracolosamente riemersa, galleggiando sulle acque del Po che avevano appena inghiottito la chiesa (e quindi l'intero paese) di Brancere, in una impressionante alluvione dell'anno 1756.
Ora, nell'archivio parrocchiale non c'è menzione dell’alluvione del 1756 e stupirebbe che un avvenimento così tragico non abbia meritato commento da parte dell'allora Parroco. Il quale ci riferisce piuttosto che nell’altalena di inondazioni e di cambi del corso del fiume territori vengono erosi, cascine vengono sommerse, case e chiesa compresa vengono abbandonate e ricostruite più lontano. Don Remo Caraffini (parroco di Brancere negli anni del fascismo), che, pur non essendo storico di professione si documenta però nell'archivio parrocchiale che a volte cita testualmente e a volte semplicemente menziona, per riscrivere nei suoi quaderni la storia della parrocchia, in nessun momento accenna a quella fatidica data, a quel tragico avvenimento e a quel prodigioso evento della statua della Madonna ripescata dal fiume.
Per onestà storica, meglio mantenere sfumati fatti e circostanze, riconoscendo come certa, invece, una devozione che, alimentata dai giustificati timori legati al "grande fiume", trovava sbocco in novene e processioni che proprio questa "protezione dal cielo" invocavano.
Con dovizia di particolari e con tono enfatico a sottolinearne l'importanza, viene invece riportato un fatto risalente all'inondazione del 1833 e al "voto" di uno dei proprietari di terre da questa parte del fiume che, vedendo risparmiata la sua proprietà, dona alla chiesa un quadro di "Gesù Nazareno" [vedi qui la storia del quadro] al quale si consacra una devozione che, corroborata da miracoli (riportati nelle cronache parrocchiali), deborda ben presto i confini parrocchiali e confluisce in una processione annuale con il quadro portato sull'argine del Po a scongiurarne i pericoli. Tra le “storie popolari” (non documentate) quella che il quadro sia stato portato miracolosamente dalla corrente del Po sulle rive di Brancere (il quadro quindi non la Madonna!): ipotesi comunque insostenibile e inconciliabile con le notizie storiche di “donazione” del quadro da parte del ricco possidente “miracolato”!
Una “Festa della Madonna del Po” già era celebrata a partire dall'inondazione del 1951, quando il vescovo Cazzani aveva concesso il titolo di “Regina del Po” all'effige della Madonna venerata nella chiesa di Isola Pescaroli, che, nel mese di maggio viene portata sull'acqua del Po per affidarne la tutela all' "intercessione della Vergine Maria".
Anche a Brancere c’è una statua della Madonna (dedicata alla Madonna del Carmine), ed è con questa immagine lignea del sec. XVIII che l'allora Parroco don Aldo Grechi dà inizio a una "processione sul fiume" nel giorno di Ferragosto (Festa liturgica della Madonna Assunta) divenuta ormai tradizionale e il cui successo popolare è li da vedere.
E' bene però ricordare a chi "dogmatizza" tradizioni e devozioni popolari, che anche loro sono soggette ad evoluzione e, a volte, si rendono necessari ritocchi... per recuperarne l'intuizione originale e ripulirne l'essenza.
La “fede” (quella vera), non indugia a ridimensionare l'accessorio perchè non si perda mai di vista l'essenziale! - don Pedro
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