SCUOLA DI PREGHIERA
In questa pagina proponiamo testi di meditazione e preghiera
CON e SULLA Parola di Dio.
ALLA SCUOLA DELLA "PAROLA"
CON IL CARD. MARTINI
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Questo versetto del Salmo 119, che Carlo Maria Martini ha scelto per la lapide della sua sepoltura, sintetizza il senso profondo della sua spiritualità e della sua testimonianza. In quelle parole è come contenuto il suo più intimo segreto. Potremmo dire che vi si può leggere l’icona della sua esistenza. Egli, commentando la Bibbia, ricorreva spesso a immagini o intuizioni che chiamava icone: le usava per indicare, come in un flash, il messaggio dei testi che stava illustrando.
Il suo ingresso a Milano come arcivescovo, il 10 febbraio 1980, aveva già preannunciato la novità di uno stile che si può definire conciliare. Aveva voluto camminare per le vie della città tenendo in mano il Nuovo Testamento tradotto in lingua corrente. Il segno del camminare con il libro della Parola tra la gente, in mezzo alle case, come uno tra gli altri, diceva l’assoluta novità di uno stile evangelico. Allo stile profetico e itinerante di Gesù e al senso profondo di quel gesto inaugurale è rimasto fedele nei suoi ventidue anni di servizio alla chiesa milanese.
Perché proprio il testo della traduzione interconfessionale in lingua corrente? Lui, studioso a livello mondiale di filologia neotestamentaria e di critica testuale, con quella scelta esprimeva la sua attenzione ecumenica alle diverse confessioni e preannunciava il tipo di servizio che intendeva offrire con la sua predicazione e con la “scuola della Parola”. Non tanto quello del biblista dell’esegesi scientifica, quanto quello del pastore che, commentando le Scritture, spezza il pane della Parola perché sia commestibile per tutti e nutra la fede del popolo in cammino sulle vie dell’unità.
Alla solerte e attiva chiesa ambrosiana e alla metropoli più operosa e frenetica d’Italia Martini ha innanzitutto proposto di scoprire La dimensione contemplativa della vita. Così intitolata, la sua prima lettera pastorale fu una stupenda sorpresa per tutti: andava a cogliere le esigenze più profonde del vivere umano. Inoltre creava le condizioni indispensabili perché nel silenzio e nell’ascolto l’esperienza della fede si lasciasse generare dalla parola di Dio, di cui volle affermare l’assoluto primato nel testo successivo: In principio la Parola.
L'amore e il rispetto alla Parola di Dio: è questo che spiega la cura con cui egli accostava il testo biblico ed è ciò che fa capire come il cardinale non si fermasse a una lettura meramente filologica delle Scritture, ma avvertisse l’urgenza di nutrirsi della Parola di vita, affinché essa inondasse della sua luce tutti gli spazi dell’anima.
Prima di proporla al suo popolo come via di un rinnovato incontro con la Bibbia, Martini aveva a lungo sperimentato la fecondità della lectio divina.
Le quattro tappe, da lui costantemente indicate per farne esperienza, corrispondono a una frequentazione del testo ispirato, animata dall’intenzione di trovarvi ragioni di vita e di speranza, eloquenti per le donne e per gli uomini d’oggi.
- Così, la prima tappa, la lettura propriamente detta, vuol rispondere alla domanda: «Che cosa dice il testo in sé?», e nasce dal desiderio di rispettare la Parola nella sua oggettività e perfino nella sua lontananza.
- La seconda tappa è la meditazione, intesa come sosta interiore nella quale raccogliersi e chiedere a Dio: «Che cosa mi dici con queste tue parole?».
- La terza tappa, l’orazione, è il momento in cui rivolgersi al Signore in un’umile risposta d’amore.
- La tappa finale sta nell’invitare Dio ad abitare nel nostro cuore, perché sia lui a trasformarci e ad accompagnare i nostri passi. È la contemplazione, quella condizione in cui il cuore, toccato dalla presenza di Cristo, si chiede: «Che cosa devo fare per realizzare questa Parola?», e si decide a farlo.